venerdì 19 novembre 2010

'A nuvena di sparacogna


'A nuvena di sparacogna
Un cespuglio d'asparago selvatico («'a sparacogna»), attaccato al muro d'una casa, a poco più d'altezza d'uomo, serviva per fare da volta alla grotta della mangiatoia; qua e là dall'alto di questa grotta, pendevano, a mo' di palle di Natale, arance e mandarini. Nel cavo del cespuglio, poi, era sufficiente collocare le statuette di Giuseppe e di Maria... e «'a nuvena» era pronta.
   Per una trasformazione semantica del termine «novena», « 'a nuvena"» stava ad indicare, non tanto il periodo d'avvento, ma questo semplice presepe che ogni «vaneddra e curtigliu» (strada e cortile) in maniera del tutto spontanea ed artigianale si costruiva.
   Sotto «'a nuvena» c'era un pullular di gente: tutte le persone «da vaneddra» vi si riunivano per intonare canti natalizi. «'I sampugnara» e «'i ciaramiddrara» passavano con i loro strumenti musicali, da quartiere in quartiere, sostando sotto ogni «nuvena» che trovavano, e al suono di zampogne e ciaramelle si tessevano le lodi al Signore.
   Poi in compagnia di questi suonatori, si visitavano le «novene» dei vari quartieri.
   Nell'era tecnologica, tutto ciò sembra essere cambiato, ma per chi ama le tradizioni e rimane fedele allo Spirito natalizio... non è cambiato niente!
Grazie a questa bella iniziativa del "girotondo di Natale": come al tempo della mia infanzia, si continua a fare e visitare le "novene" di Natale.
                   (Pino)