
“Signa malapatuta,
'ammi torti e immiruta.”
Cantava un papanzicu a 'na signa,
ca stava 'ncapu na catasta 'e ligna;
un ccippiteddru 'sta signa pariva,
misa ddra 'ncapu 'un si smuviva.
“Signa malapatuta,
'ammi torti e immiruta.”
Pi tutta la jurnata la 'nzunzuniava;
'a signa stava muta e nun shatava.
Po', c'un santu chi fa, lu 'ngaglia,
tinennulu forti cu 'na so tinaglia.
“Signa amurusa, lassami stari,
ca pi babbiu stava a cantari.”
“Ca eratu lagnusu, dissi, 'usannu tutti;
Si' ladiu e cu 'na panza quantu 'na vutti;
ora sacciu ca si vili e nun serbi a nenti:
spertu cu i debbuli e babbu cu i potenti.”
(Pino Bullara)
(*)Signa= Mantite religiosa; dicasi di persona magra.
Papanzicu= Grillo verde; dicasi di persona panciuta.
www.nelvento.eu/signa.htm
www.nelvento.eu/mantide.htm
(Versione italiana)
6 commenti:
wow, che lingua parli! una musica!!
Anto ha detto: "wow, che lingua parli! una musica!!"
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Purtroppo è una lingua che non si parla quasi più.
Il Siciliano moderno,ormai, è di fatto la brutta copia dell'Italiano:
basta far terminare le parole maschili in "U"... e il gioco è fatto.
Parole come "Signa", "Bunaca", "Muccaturi", "Immiruti", vengono usate sempre di meno nel linguaggio quotidiano, solo le citazioni dei proverbi salvano la tradizione.
Ovviamente troverai il significato di queste e tante altre parole "démodées"
nel glossario siciliano del mio sito.
http://www.nelvento.eu/glossario.htm
salve,vorrei porre un quesito:il significato di malapatuta è riconducibile a "mpatidduta"?
Caro Giuseppe,
innanzitutto grazie per aver visitato il mio blog;
altre mie poesie, siciliane e non, potrai trovare nel mio sito:
http://www.nelvento.eu/
In merito al tuo quesito debbo dirti che "malapatuta" è un termine, ormai démodé ,
composto da "mala" e "patuta", cioè chi patisce in malo modo, quindi : derelitta,
chi fa una vita da stenti ecc., come ho scritto nel glossario annesso al mio sito.
http://www.nelvento.eu/glossario.htm
Il termine "mpadidduta", che dovrebbe correlarsi a "padedda" ( " padeddra" nella zona sicana),
non so bene in quale contesto viene usato nella Sicilia orientale.
Come ho scritto nelle "Pagine di filologia siciliana", in appendice al mio libro "Immiruti"
http://www.nelvento.eu/cenni.htm
«Il Siciliano, proprio perché penso che sia una lingua, ha i suoi dialetti, le differenze locali, quelle peculiarità linguistiche che variano da zona a zona, da paese a paese, da quartiere a quartiere; senza che per questo, tuttavia, ci sia o ci debba essere una parlata che debba essere considerata lo standard o il modello unico da seguire...(comunque, in generale). Da Trapani a Messina, Da Palermo a Catania, passando in tutta l'Isola, pur nelle sue varianti, tutti parliamo e capiamo la stessa lingua: il Siciliano.»
Cordiali saluti,
Pino Bullara
Tutta una vita sono stato convinto che “a signa” fosse la scimmietta. Oggi a 64 anni leggo che è la Mantide Religiosa . Cordiali saluti Sebastiano Pagliaroto.
Ho preferito scrivere con distinzione le parole che contengono le ‘dd’ in base alla pronuncia: addummisciutu, addrauru, pareddra, addumannari, puddrisinu, peddiri. Desidero avere un giudizio da chi conosce la nostra lingua siciliana.
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